
Esattamente 76 anni fa, il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli di Auschwitz, rivelando così al mondo, per la prima volta, la realtà del genocidio in tutto il suo orrore. Quella data è stata scelta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per la “Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime della Shoah”. Questa ricorrenza fu istituita il 1° novembre 2005 dalle Nazioni Unite con la Risoluzione 60/7. Una decisione presa in un anno significativo: quello del sessantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. In Italia il Giorno della Memoria fu istituito cinque anni prima, nel 2000, con il Parlamento italiano che scelse proprio la data del 27 gennaio. Il primo Paese a volere una giornata commemorativa nazionale, fu la Germania, esattamente venticinque anni fa: era il 1996, fu scelto anche allora il 27 gennaio.
Nello stesso giorno si è tenuta la Marcia per la Pace per le strade della nostra città organizzata dall’Associazione Rete aretina Pace e Disarmo ed altre associazioni, alla presenza di Istituzioni in rappresentanza della Regione Toscana, della Provincia di Arezzo e del Comune di Arezzo, quest’ultimo, rappresentato dal Consigliere Renato Viscovo:
Ricordare ciò che è stato, ci insegna a non commettere gli errori del passato e sensibilizzare le giovani generazioni sulla sacra istituzione della democrazia, contro ogni regime totalitario; Auschwitz ci ricorda e ci insegna ogni giorno di quali nefandezze può essere capace il genere umano se si lascia catturare dal fanatismo, dall’odio e da teorie aberranti, le stesse che ancora oggi spargono sangue innocente in tante parti del mondo, mettendo a rischio la pace, la civiltà e la convivenza reciproca.
Auschwitz non rappresenta soltanto la sintesi di un’ideologia folle e criminale ma è anche simbolo del male assoluto, del complesso e meticoloso sistema di annientamento posto in essere dall’ideologia nazista. Le persecuzioni naziste si iscrivevano, infatti, in un progetto di società basato su un nazionalismo esasperato, un virus che – lo vediamo spesso anche oggi – può ritornare e che non possiamo mai dare per sconfitto.
Ringrazio infine l’organizzazione della Marcia e tutti gli intervenuti all’evento di Pace.
