FdI Arezzo: “preserviamo la lingua italiana” – Mozione Dante

Renato Viscovo, consigliere di maggioranza dell’Amministrazione Comunale della città di Arezzo, eletto nelle liste di Fratelli d’Italia, oggi, 20 maggio 2021, presenterà, a nome del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia di Arezzo, la mozione “Dante lingua italiana” impegnando il Sindaco e la Giunta a garantire l’utilizzo esclusivo della lingua italiana negli atti della pubblica amministrazione.

Premesso che: nel 2021 ricorre il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, nato a Firenze nel 1265 e scomparso a Ravenna nel 1321; Dante Alighieri è unanimemente considerato il “padre” della lingua italiana; La sua fama, come noto, è dovuta soprattutto alla “Divina Commedia”, universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori del­la letteratura mondiale; E’ opportuno dare un segnale forte di attenzione alla promozione della lingua italiana an­che in continuità con gli sforzi compiuti a livello parlamentare per ammodernare il sistema di promozione e diffusione linguistica italiana nel mondo e tra le comunità italiane all’este­ro; La lingua italiana rappresenta l’identità della nostra Nazione, il nostro elemento unificante e il nostro patrimonio immateriale più antico che deve essere opportunamente tutelato e valorizzato; La lingua e la letteratura italiana, il quarto idioma più studiato al mondo, costituiscono uno straordinario apporto dato dall’Italia alla cultura mondiale; Un patrimonio, infatti, non basta solo averlo, occorre saperne cogliere l’effettivo significato e valorizzarlo convenientemente; Sono ormai anni che studiosi, esperti, istituzioni come l’Accademia della Crusca, denun­ciano il progressivo scadimento del valore attribuito alla nostra lingua e segnalano l’impor­tanza di una maggiore tutela dell’italiano e del suo utilizzo anche nella terminologia ammi­nistrativa da parte dello Stato, delle sue articolazioni territoriali e strumenti di diffusione culturale pubbliche;
L’uso sempre più frequente di termini in inglese è diventata una prassi comunicativa, mor­tificante per il nostro patrimonio linguistico e culturale; Le parole prese a prestito dal mondo anglosassone sono sempre di più tanto da fondare il termine “itanglese” per definire l’invasione di vocaboli stranieri nel corrente dizionario italia­no, rasentandone spesso l’abuso; Secondo le ultime stime, infatti, dal 2000 ad oggi il numero di parole inglesi confluite nella lingua scritta italiana è aumentato del 773%: quasi 9.000 sono gli anglicismi attualmente presenti nel dizionario della Treccani su circa 800.000 tra lemmi ed accezioni; Da un confronto tra gli anglicismi registrati nel Devoto Oli 1990 e quello del 2017 si è pas­sati da circa 1.600 a 3.500, con una media di introduzione di 74 all’anno; Questa anglicizzazione ossessiva rischia, al di là delle necessità di una lingua internazio­nale comune, nel IUngotermine, di portare a un collasso dell’uso della lingua italiana, fino ,alla sua progressiva scomparsa che alcuni studiosi prevedono nell’arco di ottanta anni; Da tempo la globalizzazione e il monolinguismo stereotipato che conduce all’inglese rap­presenta un pericolo per le lingue locali, anche nell’ambito della_pubblica amministrazione; In Francia la legge Toubon del 1994 ha reso obbligatorio l’uso della lingua francese nelle pubblicazioni del Governo, nelle pubblicità, nei luoghi di lavoro, in ogni tipologia di contrat­to, nei servizi, nell’insegnamento nelle scuole statali, negli scambi, ogni cartello pubblicitario con uno slogan in inglese contiene per legge la traduzione francese. La stessa Costituzione, a differenza di quella italiana, sancisce la difesa del francese qua­le lingua della Repubblica e a riconoscere al cittadino il diritto a esprimersi e a ricevere in francese ogni informazione;
L’Italia non ha mai adottato alcuna politica linguistica, e la presenza delle parole inglesi nelle leggi, nelle istituzioni e nel cuore dello Stato è sempre più frequente;
Alla luce di ciò, in un’ottica di salvaguardia nazionale e di difesa identitaria diventa quanto mai prioritaria la conservazione della lingua italiana;
Si rende necessaria, come in Francia, una legislazione che tuteli il nostro patrimonio idio­matico sul piano economico, sociale, culturale, professionale e quant’altro;
Non è più ammissibile che si impongano termini stranieri la cui corrispondenza italiana esiste ed è pienamente esaustiva;
Già con l’approvazione della mozione 1/00278 il Governo si impegnava “ad adottare ogni opportuna iniziativa volta a tutelare e valorizzare la lingua italiana, quale grande patrimo­nio nazionale e a garantirne e promuoverne l’utilizzo pieno e corretto a partire dalle istitu­zioni pubbliche, nazionali e locali;”
Per cui si impegna il Sindaco e la Giunta a garantire l’utilizzo esclusivo della lingua italiana negli atti della pubblica amministrazione

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